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CAMMINARE NEL PERDONO - Pastore Rosario Mascari

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Messaggio Da scegligesù Lun 25 Mag 2009, 12:53 pm

Come nell'acqua il viso riflette il viso, così il cuore dell'uomo rivela l'uomo. Proverbi 27:19


La Parola di Dio attribuisce al perdono un valore centrale nella vita del cristiano, che deve sviluppare un’attitudine al perdono che non prevede interruzioni.
Nessuno di noi può affermare di non avere mai procurato ad altri, oltre che ricevuto, ferite, torti e offese, con la conseguenza che tutti dobbiamo essere pronti, non solo a dare il nostro perdono, ma anche a chiederlo. Senza dubbio a tutti noi è accaduto di avere ferito qualcuno e di avere usato parole taglienti come lame, sia pure in un momento d’ira o di amarezza, sol perché credevamo di avere ragione.
Per essere veramente liberi, abbiamo bisogno di fare del perdono il nostro compagno di cammino, perché la mancanza di perdono lega, incatena, imprigiona, tiene come in una piccola cella buia dove, pur nella totale inattività, non si trova riposo e si è tremendamente stanchi, stressati e affaticati. Se non perdoniamo di vero cuore chi ci offende, l’astio e il risentimento lieviteranno dentro di noi e ci procureranno uno stato di sofferenza dell’anima che si tradurrà in male fisico. La stessa scienza medica concorda nell’affermare che dalle amarezze e dai risentimenti possono derivare ipertensione arteriosa, malattie psicosomatiche, malattie gastriche, ecc., che costringono a sottoporsi ad adeguate terapie; questo perché la realtà spirituale incide sull’organismo e determina in esso un processo chimico che può dare origine a danni fisici anche gravi.
Non possiamo fare a meno di camminare nel perdono, esso deve essere parte integrante della nostra vita. Dio esamina il nostro cuore e vede ciò che vi si annida anche in profondità, si accorge se ci sono tracce di risentimento pronte a tornare a galla. Se il solo rivedere la persona che ci ha offeso ci fa ribollire il sangue, vuol dire che non siamo liberi, che quel risentimento era stato semplicemente accantonato nel ripostiglio del nostro cuore e che ha fatto presto a tornare a galla con tutto il suo pestifero effetto, che il pastore paragona a quello del pesce che viene scongelato dopo un lungo congelamento.
Dobbiamo disfarci anche dei piccoli risentimenti, perché sono come piccoli veleni che possono distruggere la nostra vita.
Isaia 43:25 Io, proprio io, sono colui che per amore di me stesso cancello le tue trasgressioni e non ricorderò più i tuoi peccati. 26 Fammi ricordare, discutiamo il caso insieme, parla tu stesso per giustificarti.
Quando Dio ci perdona, cancella le nostre trasgressioni e le dimentica, ma per farlo vuole che parliamo con Lui e che confessiamo i nostri peccati.
Dobbiamo fare lo stesso con gli altri: perdonare e dimenticare, altrimenti in noi avviene un accumulo di risentimento inevitabilmente destinato ad esplodere.
Salmi 103:3 Egli perdona tutte le tue iniquità e guarisce tutte le tue infermità,
Questo versetto ci dice che dal perdono dipendono tutti i tipi di guarigione, sia quelle del corpo che quelle dell’anima.
Michea 7:19 Egli avrà nuovamente compassione di noi, calpesterà le nostre iniquità. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati.
In modo ancora più efficace, il profeta Michea afferma che Dio calpesta le nostre iniquità, le disintegra e le getta in fondo al mare, le fa sparire dalla circolazione, fa in modo che siano irrecuperabili.
Applichiamo agli altri lo stesso tipo di perdono che Dio adotta con noi, oppure siamo soliti porre condizioni al nostro perdono?
Il pastore Rosario riferisce la definizione di perdono riportata dai dizionari: “La parola perdonare, dal latino medioevale condonare, consiste in un’azione con cui si rinuncia ad ogni rivalsa, risentimento o sete di vendetta nei riguardi di chi ha compiuto un’offesa o ha arrecato un danno; perdonare vuol dire lasciare liberi”.
Se ben riflettiamo, ci accorgiamo che non sempre abbiamo perdonato davvero, perché perdonare non è solo dire qualcosa, ma compiere un’azione, decidere di fare o di non fare qualcosa, decidere di rimuovere il malanimo o la sete di vendetta verso chi ci aveva offeso.
Perdonare vuol dire fare un dono immeritato.
Il primo tipo di perdono è quello che Dio ha dato a noi quando ci ha strappati dal potere del maligno e ci ha portati nel Suo Regno.
1Giovanni 1:9, egli è fedele e giusto, da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.
Il perdono di Dio ha, però, una condizione: che noi confessiamo, ammettiamo e dichiariamo con sincerità il nostro peccato, senza cercare di giustificarci. Quando riceviamo il Suo perdono si ripristina la comunione che avevamo con Lui e che il peccato aveva interrotto.
Il secondo tipo di perdono è quello che noi dobbiamo dare a noi stessi.
Filippesi 3:13 Fratelli, non ritengo di avere già ottenuto il premio, ma faccio una cosa: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso le cose che stanno davanti, 14 proseguo il corso verso la mèta, verso il premio della suprema vocazione di Dio in Cristo Gesù.
A cosa si riferisce Paolo in questi versetti? Cosa dimenticò del suo passato?
Era stato persecutore della Chiesa di Cristo, si era macchiato del primo assassinio di un cristiano, infatti aveva dato il suo assenso e aveva assistito alla lapidazione di Stefano, il primo martire. I sensi di colpa lo tormentavano, ma in questi versi egli dice di avere dimenticato le colpe del passato, perché non voleva permettere ai sensi di colpa di bloccare la sua vita presente e futura.
Anche noi dobbiamo impedire alle nostre antiche colpe di ripresentarsi ogni giorno per tormentarci, per bloccare la nostra vita e per tenerci nell’oppressione. Dobbiamo perdonarci, protenderci in avanti e lavorare con zelo per il Signore, per ricevere il nostro premio.
Alcuni, dopo avere confessato a Dio i propri peccati e avere ricevuto il Suo perdono, non si sentono perdonati e tornano a chiederGli perdono per gli stessi peccati. È una cosa che non si deve fare mai, neppure in presenza di peccati molto gravi.
La Scrittura afferma: Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto, da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità (1Giovanni 1:9) e riconfessando peccati già confessati e perdonati si commette una cosa molto grave: inconsapevolmente ci si pone al di sopra di Dio.
Isaia 1:18 Venite quindi e discutiamo assieme, dice l'Eterno, anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana.
Lasciamo che il perdono di Dio scenda nella nostra vita e che le colpe del passato non la tengano prigioniera, perché Dio ci ha riscattati da ogni colpa, ci ha reso liberi, ci ha giustificati.
Luca 4:18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perché mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per guarire quelli che hanno il cuore rotto, per proclamare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, per rimettere in libertà gli oppressi,
Gesù è venuto per liberare i prigionieri, ma tante persone, pur avendo ricevuto grazia, vivono prigioniere di se stesse, si comportano come se volessero espiare le loro colpe, non riescono a perdonarsi, non conoscono l’amore e la grazia di Dio.
Il terzo tipo di perdono è quello che dobbiamo dare agli altri.
Luca 17:3 State attenti a voi stessi! Se tuo fratello pecca contro di te, riprendilo; e se si pente, perdonagli. 4 E se anche peccasse sette volte al giorno contro di te, e sette volte al giorno ritorna a te, dicendo: "Mi pento", perdonagli». 5 Allora gli apostoli dissero al Signore: «Accresci a noi la fede».
Ricordiamo cosa rispose Gesù a Pietro a proposito di perdono?
Matteo 18:21 Allora Pietro, accostatosi, gli disse: «Signore, se il mio fratello pecca contro di me, quante volte gli dovrò perdonare? Fino a sette volte?». 22 Gesù gli disse: «Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
L’espressione: ‘settanta volte sette’, che per gli Ebrei rappresentava l’infinito, ci dice che siamo chiamati a perdonare all’infinito, cioè a camminare nel perdono!
Perdonare così non è naturale, è impossibile farlo con le forze umane, è necessario avere una grande fede e attingere alla grazia di Dio.
Quando i carnefici stavano inchiodando Gesù alla croce, Egli pronunciò parole che in quella situazione nessuno avrebbe avuto la forza di pronunciare: «Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno». Luca 23:34
Le Sue atroci e inenarrabili sofferenze non Gli impedirono di invocare il perdono del Padre per loro e chiederGli addirittura di giustificarli perché non sapevano cosa stavano facendo.
Noi, però, non siamo ignoranti, conosciamo la Parola di Dio, abbiamo consapevolezza delle conseguenze devastanti che il risentimento ha sulla nostra vita, sappiamo che per ottenere il perdono di Dio dobbiamo ammettere i nostri peccati e dobbiamo anche perdonare gli altri.
La Scrittura ci esorta a sopportarci a vicenda, ma…
Colossesi 3:13 sopportandovi gli uni gli altri e perdonandovi, se uno ha qualche lamentela contro un altro, e come Cristo vi ha perdonato, così fate pure voi.
…sopportarsi non vuol dire resistere passivamente, bensì perdonare senza lamentarsi, tornare ad amare chi non agisce bene, perché il vero perdono è dettato da amore.
Gesù sta tornando, i segni del Suo ritorno sono chiari e inequivocabili: guerre, terremoti, epidemie, fame nel mondo … teniamoci pronti e abbandoniamo i risentimenti, che pesano nella nostra vita come macigni!
Matteo 6:15 ma se voi non perdonate agli uomini le loro offese, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre.
Solo perdonando possiamo vivere liberi sia dalle colpe del passato che dall’ansia per il futuro.
Sappiamo che il nostro debito con Dio è impagabile e che per Sua grazia ci è stato condonato perché Gesù ha pagato al posto nostro, però un debito Dio ce lo impone: quello di amare il nostro prossimo come Egli ama noi; si tratta di un debito d’amore nei riguardi di chi ci sta accanto.
È così che possiamo in qualche modo ripagare il debito che abbiamo con Lui: amando finché avremo vita e possibilmente amando la persona che sopportiamo meno.
1Giovanni 4:20 Se uno dice: «Io amo Dio», e odia il proprio fratello, è bugiardo; chi non ama infatti il proprio fratello che vede, come può amare Dio che non vede?
Quanti nella storia hanno odiato i propri fratelli! Quante guerre fratricide sono state combattute, quante lotte di religione sono state fatte nel nome di Dio! È tipico della religione dire di amare Dio e poi odiare il proprio fratello. Dio vuole cuori sinceri, cuori che amino Lui, ma che amino anche gli altri.
Perdonare non è il risultato di un sentimento, ma di una decisione.
Si perdona perché si decide di perdonare, si perdona anche quando non ci si sente di farlo.
Per perdonare abbiamo bisogno di accordarci con la Parola di Dio, con essa affermare: “Posso ogni cosa in Colui che mi fortifica”, proclamarla e dichiarare che vogliamo perdonare la persona che ci ha offeso anche quando i sentimenti continuano a dirci il contrario.
Il pastore Rosario conclude con le seguenti frasi:
Vuoi essere felice per un istante? Vendicati!
Vuoi essere felice per sempre? Perdona!
Vuoi essere guarito dal male che hai dentro? Dimentica!
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